Sono circa 3500 in Sardegna le tombe chiamate “domus de janas” (ovvero “case delle fate”), tra queste la Tomba dei Vasi Tetrapodi è uno dei casi più interessanti.
Localizzata nella necropoli di Santu Pedru ad Alghero, situata lungo la SS 127 in direzione di Uri, è una delle domus de janas più imponenti dell’intero territorio regionale, ma sono soprattutto la straordinaria storia della sua scoperta e gli importanti ritrovamenti che ha restituito a renderla un caso finora eccezionale.
Venuta in luce durante i lavori di costruzione di un acquedotto e indagata da Ercole Contu tra il 1959 e il 1960,è uno dei più belli e complessi ipogei preistorici sardi.
Poichè la tomba era rimasta sigillata, vennero recuperati ben 447 reperti in coerente successione stratigrafica, dal neolitico all’inizio dell’età del bronzo, consentendo di chiarire il periodo di utilizzo delle domus de janas, allora ancora incerto.
Tra i materiali rinvenuti vi sono i grandi vasi con quattro piedi e ricchissime decorazioni, che danno il nome alla tomba.
Nonostante si trovi in prossimità di importanti circuiti turistici e sia visitabile su prenotazione grazie alla coop. SILT, che la gestisce insieme ad altri beni archeologici del territorio comunale di Alghero, la Tomba dei Vasi Tetrapodi è ancora poco conosciuta.
Al fine di presentarla a un più vasto pubblico, l’associazione Archeofoto Sardegna, in collaborazione con il Comune di Alghero, la Fondazione Meta di Alghero, la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Sassari, Olbia-Tempio e Nuoro, e la cooperativa SILT che gestisce il monumento, hanno ideato questa mostra, utilizzando come veicolo promozionale soprattutto le immagini e sistemi che consentano una visita “a distanza”, anche per stimolare un futuro miglioramento delle condizioni di fruizione del monumento.
La mostra è articolata in cinque sezioni.
La prima sezione è un’introduzione sul fenomeno dell’ipogeismo nella Sardegna preistorica: presenta le domus de janas, come venivano realizzate, i rituali e le forme spirituali che è stato possibile ricostruire attraverso gli studi. Per la selezione delle tombe e delle necropoli presentate in questa sezione sono state privilegiate quelle indagate o studiate da Ercole Contu.
La seconda sezione è dedicata alla tomba inserita nel suo contesto, la necropoli ipogeica di Santu Pedru, situata a breve distanza da Alghero, lungo la strada per Uri, che consta di dieci tombe, indagate dalla Soprintendenza in collaborazione con l’Università di Sassari.
La terza sezione traccia un quadro biografico di Ercole Contu, il decano degli archeologi in Sardegna, professore emerito dell’Università di Sassari e Soprintendente per molti anni, illustrando alcune delle sue principali scoperte.
La quarta sezione è incentrata sul racconto dello scavo, fatto attraverso i disegni, le fotografie d’epoca e i documenti presenti in archivio (diari di scavo e rilievi originali, lettere manoscritte, elaborati progettuali, telegrammi), ma anche con il racconto dell’emozionante scoperta appreso dalla voce dell’archeologo Ercole Contu, con un’intervista-documentario. É prevista la riproduzione, fedelissima all’originale, del vaso con quattro piedi che ha dato il nome alla tomba ed è attualmente esposto al Museo Nazionale “G.A. Sanna” di Sassari.
La quinta sezione è incentrata sulla valorizzazione e prevede la realizzazione di un modello tridimensionale virtuale, nuovi rilievi e elaborazioni grafiche e, soprattutto, di un ricco apparato fotografico. L’obiettivo è di rivisitare in chiave inedita e attuale l’immagine di questa domus, attraverso l’uso sapiente delle luci e con inquadrature inusuali che catturino l’attenzione del visitatore e lo conducano alla scoperta del mondo sotterraneo delle janas, immergendolo nella sua atmosfera immota e rarefatta, quasi metafisica.
Un’anticipazione sulla mostra è stata pubblicata nel numero di marzo del mensile Archeo, con un contributo a cura della dott.ssa Nadia Canu, Archeologa della Soprintendenza responsabile del piano scientifico, arricchito dalle immagini a cura di Nicola Castangia di Archeofoto Sardegna, direttore artistico del progetto.
La mostra è ospitata a Santa Teresa fino al 31 ottobre presso i locali del sito archeologico Lu Brandali, grazie all’iniziativa della cooperativa Cool Tour Gallura che gestisce il sito.
E’ visitabile tutti i giorni dalle ore 9,30 alle ore 18,30 al costo di € 2
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